Ghino di Bartolomeo à Francesco di Marco, Venise, 24-4-1387 [ASPo, D.1092, 1402656]

[recto]

[main de Ghino]

  + Al nome di Dio. A dì XXIIII d’aprile 1387.

 A dì XIII del mese vi scrissi quanto(a) fu di bisognio. Atendo da voi risposta.

 Alora vi dissi chome avemo auta lettara da Vignone d’Andrea e che mi contava chome da voi aveva letera che de’ danari di Mateo d’Antonio non bisognava che pensasse più però che del suo non si trovava, il perché mi so’ maravigliato e non so chome Idio sistengha [= sostenga] sì fatte genti che rubano l’altrui a questo modo, né non so chome questo fatto si vadi che la moglie e i suoi abino furato e rubato il suo in termine di I°(b) anno(c) e ora dichano non volere rispondare per rede.

 E pertanto, Francescho, per Dio e per l’amore che ci portate, pigliate a questo fatto(d) quello rimedio che a voi pare che sia più salute ad avere e detti danari. Fatelo ogni tempo che vi pare, pure che siate sichuro(e). Per certo, Francescho, questa mi pare una schura chosa a perdare per questo modo. Per Dio, abiate un pocha di sollicitudine a questo fatto. Fatelo sollicitare, e di questo non vi posso più preghare. Avisatemi se non v’è grave per la prima chome questo fatto sta.

 Perché voi prestaste ad Andrea danaio quando fu a Siena e Andrea, none avendo voi auti questi benedetti danari, li pare farsi verghognia a non renderveli, m’à iscritto ch’io vi rimetta f. LX e lui cercherà di darvi e∙ resto. E pertanto, Francescho, e’ mi cho[n]viene richorre a voi chome a padre. Egli è vero ch’io avevo fatto una impresa per la quale que’ pochi danari che abiamo ò inpac[i]ati, e tosto con Dio innanzi penso averlli ritratti. E se Andrea non v’arà dati e detti danari, io vi rimettarò e detti f. LX. Ben vegio ch’io piglio troppo sichurtà di voi. Chonviensi richorrare agli amici al tempo(f) del bisognio(g), e per certo la fortuna ci seguita molto(h). Facci Idio di(i) noi la sua volontà(j) quando piacerrà a Dio di ristorarci. Siamo ne le sue mani. Altro(k) non dicho. Christo vi guardi! Rispondete.

 Il vostro(l) Ghino di Bartalomeo / di Vinegia.

[verso]

[adresse]

 Francescho di Marcho da Prato(m) in Firenze o dove fusse

.G.

[main de Stoldo di Lorenzo ; date de réception]

 1387, da Vineg[i]a, a dì IIII°(n) magio(o).

[main de Francesco di Marco]

 Da Ghino di Bartolomeo da Siena fratello d’Andrea ch’è mecho in Vingnone.

[main de Stoldo di Lorenzo]

Risposto.

(a) Hampe du q barrée. (b) o corr. sur a suscrit. (c) Tilde superflu sur no. (d) Tilde superflu sur tto. (e) Tilde ondulé superflu sur ro. (f) Tilde superflu sur mpo. (g) Tilde superflu sur le o final. (h) Tilde superflu sur le premier o. (i) d corr. sur l. (j) Tilde superflu sur le premier o. (k) Tilde superflu sur le o. (l) Tilde superflu sur le premier o. (m) Tilde superflu sur ato. (n) XI di rayé et remplacé au dessous par IIII° magio. (o) Tilde superflu sur io.

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