compagnie Battista d’Andrea à la compagnie Datini de Pise, Sienne, 2-6-1385 [ASPo, D.546, 302321]

[recto(a)]

[main de Battista]

  Al nome di Dio, amen. A dì 2 di giugno 1385.

 Avemo questo dì vostra lettara, risposta d’una nostra fatta a dì 13 di maggio, e la vostra fatta a dì 21, e quanto per essa dite aviamo inteso. Apresso per questa in risposta [sic].

 A dì 29 di maggio avemo vostra piciola lettara che avisate de’ fatti d’Andrea di sua partita, e ancho per [e]ssa dite vi rispondiamo a’ fatti de∙ ronçino. Per questa chonprendavamo che none aveste auta la prima, sicché per simile modo v’avamo risposto che da prima.

 Sicché da poi aviamo auta questa, e dite che di noi vi maravigliate che i∙(b) ronçino vogliamo ponare f. 20 d’oro, e sopra di questa parte più chose dite, ma noi no∙ chonprendiamo che questa sia risposta di Franciescho, e però non cie ne dogliamo.

 Ma quello che Franciescho disse a Battista, la verità è questa che, sse mi venisse a taglio che menassi questo ronçino e ch’egl’il(c) vendesse e che ne volea f. 30 d’oro e che n’avea potuti avere f. 25 d’oro e che infino a quello el dessimo ; e ancho da ppoi disse che anchora non si ghuardasse a due o a tre fiorini che sse ne fa[c]esse chome a noi paresse. Sicché gli dè liciençia per questo che a f. 22 el potesse dare, e chosì è la verità. Di che da ppoi vi scrisse il(d) sinistro che de∙ ronçino chonchorsse che l’altro dì che fu qua gli avenne e penò a ghuarire bene XV dì, e da ppoi l’aviamo messo in punto è bello divenuto quanto fusse mai ; e mostrato s’è per vendare a più persone, e mai de∙ ronçino non s’è possuto avere f. 20 d’oro, però ch’egli à lo spadiragno1 dietro, ch’è da ogni persona ri[n]chusato, e dell’altre chose àne assai. E le chagioni perché rimandato no[n] ve l’aviamo v’abiamo iscritto(e) : solo per discreçione, ché per nostro bisogno non è istato(d), ché in verità non è is[t]ato(d) fuore di Siena da ppoi che ll’avemo uno miglio. E∙ ronçino non è venduto ed è chome da prima l’avemo o più bello. Sicché, se ne fuste chontenti, ve∙ rimandaremo e delle ispese(d) ci vogliamo avere il(d) dano, ché più di f. 8 d’oro chosta infino a qui. Nientedimeno fia che possa essare nella discreçione di Franciescho la mettiamo ogn[i] volta. Facine esso che vuole e scrivaci di sua mano, e a quello no[n] faremo più una parola, e questo basti!

 Della chuoia vediamo quanto dite(f). Sia chon Dio! Altro per questa non chale dire. Siamo presti a’ servigi vostri. Achomandiànvi a Dio.

 Battista d’Andrea / e chonpagni // di Siena, salute.

[verso]

[adresse]

 Franciescho di Marcho da Prato e chonpagni in Pisa

 (marque de la compagnie Battista d’Andrea)

[main non identifiée ; date de réception]

 1385, da Siena, a dì(g) V di giungnio.

 Risposto.

(a) L’angle supérieur droit comporte la trace d’une foliotation : 15. (b) Tilde superflu. (c) l accolé au mot suivant et corr. sur d’autres caractères peu lisibles. (d) Tilde superfu sur le i. (e) Tilde superflu sur le premier i. (f) Suivi de ap(r)es rayé. (g) Suivi de XV rayé.

1 . Semble correspondre à une déformation de sparaguagno, sparagagno, sparaguano : ‘éparvin, épervin’, tumeur osseuse du jarret du cheval (Grande dizionario della lingua italiana, éd. S. Battaglia, 19, Turin, 1998, p. 700).

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